Con
la proclamazione ufficiale di Stefano Minerva Sindaco di Gallipoli e con il comizio di ringraziamento del primo cittadino, si
può dire definitivamente chiusa una lunga e difficile campagna
elettorale.
Il
responso delle urne, piaccia o no, è stato inequivocabile. Gallipoli
ha voluto voltare pagina ed affidarsi alla guida di un trentenne.
E’
la prima volta in assoluto che sullo scranno più alto di Palazzo di
Città siede un così giovane sindaco che lo colloca ai primi posti a
livello nazionale, almeno nelle città di pari grado. Un motIvo di
orgoglio in più per tutti, indistintamente.
Piaccia
o no, dicevo. Perchè, nonostante le dichiarazioni di facciata ed il
fair play istituzionale, ancora oggi si registrano commenti e giudizi sferzanti, come quelli che hanno
scandito l’intera campagna elettorale del fronte civico-populista. La qual cosa lascia facilmente immaginare quale sarà
il livello dell’opposizione in consiglio comunale e sulle piazze.
Ma
ora ciò che preme ai
cittadini di Gallipoli, certamente non solo a coloro che si
riconoscono nella maggioranza vincente, ma, immagino, alla stragrande
parte di chi non ha votato per l’attuale sindaco, è sostenere le
ragioni della città.
Fatta
eccezione per coloro che, come è sempre stato e, ahimè, sempre sarà,
punteranno al tanto peggio tanto meglio.
La
competizione elettorale non è una partita di calcio, attorno alla
quale le tifoserie si contrappongono in una sfida goliardica fatta di
slogan e cori da stadio,
e che, anche quando arriva il verdetto del campo, si è già pronti a
tifare contro, a godere delle
sconfitte altrui. Questo è il tifo calcistico. Non può essere uno
stile di una comunità che ha voglia e
bisogno di crescere e di
svilupparsi.
Chi
oggi ha a cuore le sorti della città ha il dovere di sostenere
l’attuale classe dirigente che, nel rispetto delle regole
democratiche, ha ottenuto il successo e deve avere l’opportunità
di amministrare. Spero che le lotte
politiche, le contrapposizioni personali, anche le offese e le
umiliazioni, vengano messe da parte.
Mi
viene da dire che questo atteggiamento costruttivo dovrebbe permeare
tutta la città, a tutti i suoi livelli, coinvolgendo giovani ed
adulti, appartenenti ad ogni ceto sociale e ad ogni fede politica,
spingendo ognuno a mettere a disposizione della comunità il proprio
sapere, le proprie intuizioni, la
propria voglia di cambiamento, anche
la critica e la denuncia,
che pure necessitano,
ma
finalizzandole
verso la soluzione dei problemi.
E
per favorire questo atteggiamento costruttivo, chi governa la città
ha il dovere del dialogo, sempre. Non si può pretendere di essere
compresi, se non si dialoga.
Per
favorire la partecipazione popolare la Civica
Amministrazione
dovrà, al più presto, utilizzare tutti gli spazi di partecipazione già
previsti dallo Statuto comunale, anzi
dovrà ampliarli:
Consulte civiche, comitati di
quartiere, momenti istituzionalizzati di confronto con i cittadini,
forme innovative di consultazione e la previsione di referendum
popolari consultivi e abrogativi. Non si amministra da soli, ma in
nome del popolo che è e resta sovrano anche al di fuori degli
appuntamenti elettorali.
E per far crescere la coscienza civica, annullando i populismi e smascherando chi pesca nel torbido, occorre agire con la massima trasparenza e nel pieno rispetto della legge. Il codice etico per la buona politica non sia una bandierina da agitare in campagna elettorale, ma stile di vita ed impegno preciso di tutta la nuova classe dirigente, da sottoporre a verifica periodica.
E per far crescere la coscienza civica, annullando i populismi e smascherando chi pesca nel torbido, occorre agire con la massima trasparenza e nel pieno rispetto della legge. Il codice etico per la buona politica non sia una bandierina da agitare in campagna elettorale, ma stile di vita ed impegno preciso di tutta la nuova classe dirigente, da sottoporre a verifica periodica.
L’invito
a sostenere il Sindaco in
carica, e con lui l’intera sua squadra di governo,
non appaia, quindi,
l’esortazione di chi ha sostenuto la candidatura di
Minerva e, con essa, il ricambio generazionale, ma l’invito a
sostenere Gallipoli.
Io
credo che, al di là di ogni
convincimento politico, oggi il ruolo di una cittadinanza che voglia
servire la propria comunità, debba essere quello di porsi al
servizio di un progetto di rilancio della città, con una attenzione
particolare a chi più soffre per le diverse forme di emarginazione
sociale.
Voglio sperare che questo possa avvenire da subito, già iniziando ad affrontare le emergenze che la stagione estiva porta con se, fronteggiando e combattendo quanti pensano esclusivamente al proprio interesse a scapito dell'interesse generale, contemperando le esigenze di chi fa impresa con i diritti legittimi dei singoli cittadini.
Non se ne avvantaggerebbe una parte politica o uno schieramento, ne trarrebbe vantaggio tutta Gallipoli.
Voglio sperare che questo possa avvenire da subito, già iniziando ad affrontare le emergenze che la stagione estiva porta con se, fronteggiando e combattendo quanti pensano esclusivamente al proprio interesse a scapito dell'interesse generale, contemperando le esigenze di chi fa impresa con i diritti legittimi dei singoli cittadini.
Non se ne avvantaggerebbe una parte politica o uno schieramento, ne trarrebbe vantaggio tutta Gallipoli.




