martedì 21 giugno 2016

QUANDO L'EX SINDACO FACEVA IL BABY SCERIFFO

Sollecitato da alcuni giovani, ma anche dai petulanti richiami a quel periodo, provo a riportare, in estrema sintesi, i fatti risalenti all'ultimo decennio del secolo scorso, quando Sindaco della città era lo stesso che oggi si ripropone come il nuovo e si candida con una aggregazione civica.
Era l'anno 1990 quando, dopo una manovra di palazzo, tutta interna al PCI, ed il defenestramento del sindaco Foscarini, viene eletta una nuova Giunta guidata dal nostro.
Ne fanno parte, tra gli altri, i socialisti Giuseppe Sabato, Vice Sindaco, Armando Grasso e Alberto Leopizzi.
Trascorsi pochi mesi, per dissapori interni, gli assessori socialisti annunciano le dimissioni. Le cronache giornalistiche riferiscono che, il Sindaco, tenterà in tutti modi di fermarli, sino alla data del 27 giugno 1991, quando con il primo dei suoi tanti colpi di teatro, anticipa tutti e rassegna le dimissioni dando però a queste una versione nobile: le presunte infiltrazioni mafiose che egli stesso, dichiarerà, aveva denunciato. E così, dopo un tentativo non riuscito dello scrivente di costituire una giunta di ampie convergenze, il Consiglio viene sciolto. Aveva avuto una soffiata? Era egli stesso parte di un complotto?
Fatto sta che nel decreto le ipotesi di condizionamento mafioso fanno riferimento ad ipotesi di reato di abuso in atti d’ufficio. Gli assessori, che saranno processati, verranno tutti assolti in primo grado. Il Comune resterà commissariato per ventisette mesi.
Intanto inizia l’ascesa del sindaco-baby-sceriffo (aveva 31 anni) che, anche per difendersi dalle accuse di contiguità con la mafia pervenutegli negli anni successivi, si vanterà in perpetuo di aver fatto sciogliere il Consiglio comunale, nonostante che gli uomini ed i fatti contestati si collocassero nell’attività amministrativa da lui guidata.
Il Prefetto di Lecce che aveva proposto lo scioglimento viene promosso ad importantissimo incarico e trasferito a Roma; Il funzionario che aveva curato il dossier diviene Prefetto; Al sottosegretario PDS che faceva la spola tra Brindisi e Gallipoli, sempre presente sui giornali e Tv locali, non riesce la scalata, perchè inciampa in problemi giudiziari.

Questi i fatti del lontano 1991.

Ora, accertato ormai dalla storia giudiziaria e da quella politica, che quello è stato il più grosso inganno operato a danno della città di Gallipoli, c’è da chiedersi:
  • dov’è finita l’indignazione dell’ex sindaco-baby-sceriffo che non aveva esitato a denunciare i suoi assessori e che aveva chiesto lo scioglimento per tre avvisi di garanzia per abuso d'ufficio?
  • Com'è possibile che la stessa medesima persona continui ad esprimere giudizi morali verso parte del personale politico degli ultimi quindici anni, e non senta il bisogno di farsi da parte, coerentemente, perchè oggi, nel primo grado di giudizio, risulta condannato a tre anni e mezzo di reclusione, per reati gravissimi contro la pubblica amministrazione, quali corruzione, turbativa d'asta, falso ideologico e abuso d'ufficio? Ed inoltre è già stato condannato, in via definitiva, per reati ambientali, commessi da Sindaco di Gallipoli, a cinque mesi di reclusione?
La realtà è purtroppo questa. 
Come nel 1991, ci troviamo di fronte ad una persona dalla doppia morale. Capace di ergersi a paladino della giustizia e della moralità pubblica, incarnando i più beceri sentimenti populistici e forcaioli, quando questo può tornare utile ai suoi disegni egemonici sulla città, gettando tutto il fango possibile sui suoi rivali.
Divenendo garantista, però, quando la Giustizia lo colpisce direttamente. Negando gli effetti di una legge dello Stato che lo sospenderebbe, appena eletto sindaco o consigliere comunale.

Beh! Qual'è il problema? Usa dire il nostro ex baby-sceriffo. 

Che problema c'è se lascerà la città nelle mani di un vice sindaco forestiero per diciotto lunghi mesi, salvo accoglimento del ricorso già preannunciato? 
Se i media nazionali parleranno, nel bel mezzo della stagione turistica, non del nostro mare, ma dell'applicazione della Legge Severino, qui in riva allo Ionio? 
Cosa volete che gliene importi di tutto questo? Perchè, credete che gli sia importato qualcosa del fango che ha buttato su questa città nel 1991?
Il suo scopo non è di rigenerare la città, come dice. Ma di rigenerare se stesso, di riscattarsi dalle brutte figure che gli sono cadute addosso e di riproporsi all'attenzione dell'opinione pubblica ancora come uno sceriffo. Non più baby, questa volta, perchè gli anni son passati anche per lui.

Spero non sia passata, negli elettori, la capacità di discernimento e di comprensione da che parte stare. 
Dalla parte degli opportunisti e dei mistificatori, o dalla parte di chi può offrire una speranza di cambiamento vero?

16 GIUGNO 2016

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