Dopo
una lunghissima notte, a metà mattinata, sono giunti, finalmente, i
risultati definitivi relativi al primo turno delle elezioni
amministrative.
E
così abbiamo scoperto che la differenza tra il candidato sindaco
civico ed il candidato sindaco del centrosinistra è di appena 319
voti. Due punti in termini percentuali. Un'inezia, se si pensa ai 10 punti che dividono la Raggi da Giachetti a Roma, o Fassino da
Appendino a Torino.
Non
mi addentro in una analisi del voto per andare a scoprire se vi è, ed
in che misura, un voto dirottato sul candidato civico dall'ex senatore
di Forza Italia, o per capire chi ed in che misura è stato premiato
dal voto disgiunto.
Queste
cose le lasciamo fare ad altri.
Registro
che, dopo aver iniziato la sua campagna elettorale in sordina, appena
quattro mesi fa, a differenza del suo competitore che si era
autoproclamato candidato già all'indomani della caduta della Giunta
Errico, il giovane Minerva ha ribaltato ogni pronostico ed è
arrivato alla meta con grande facilità, tenendosi ad una spanna dal
suo avversario, nonostante l'aiutino ricevuto da quest'ultimo da
mister B.
Sta
di fatto che, con la straordinaria performance della lista dei
giovani con Minerva, di poco la seconda formazione in assoluto in
termini di voti, ma ben al di sopra di forze politiche ben radicate,
ed il conseguente ricambio generazionale nel nuovo consiglio
comunale, vi è stato un chiaro segnale di svolta nella politica
cittadina, offuscata solo dalla presenza, sull'altro versante, di una
candidatura a sindaco vecchia di trent'anni.
Rispetto
l'espressione del voto per come è avvenuta, ma ho grosse difficoltà a comprendere un voto così palesemente contraddittorio con le
istanze di rinnovamento ed i sentimenti più diffusi nell'opinione
pubblica. Non mi convince come si possa pensare di affidare la guida
di una città come Gallipoli a chi, per ben tre volte, è stato
costretto alle dimissioni anticipate, portando per altrettante volte
ad una gestione commissariale. O, ancora, a chi ha saputo disperdere
negli anni le migliori energie raccolte attorno a sé, e che è stato
costretto, di volta in volta, a cambiare quelli che ha ritenuto
semplici comparse nel suo spregiudicato teatrino, accusandoli, poi,
con logica padronale, di presunta ingratitudine.
La
cosa che a me preme sottolineare, e con forza, è che la scelta
davanti alla quale si troveranno i cittadini di Gallipoli tra due
settimane sarà tra un candidato sindaco del centrosinistra, il
giovane Minerva, che c'è, è bravo, ha voglia ed entusiasmo per
provare a cambiare il volto di questa città, che può unire e far emergere le migliori risorse umane e morali che sono abbondanmemente presenti nel tessuto sociale. Dall'altra parte troviamo un candidato sindaco
che non c'è, perché, se malauguratamente eletto, sarebbe sospeso
dalle funzioni per almeno diciotto mesi, che è indiscutibilmente divisivo, fomentatore di contrapposizioni artificiose, grande ammaliatore, ma, nella realtà, sostenitore del proprio ego.
Di
questo si tratta. Questa è la scelta che si prospetta davanti a noi.
Tutto il resto è solo propaganda, ed anche di
quella becera.
6 GIUGNO 2016
6 GIUGNO 2016

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