martedì 21 giugno 2016

Fronte unico, contro il populismo e l'insolenza e per Gallipoli

Sta per chiudersi questo supplemento di campagna elettorale che ci porterà all'elezione del Sindaco della città di Gallipoli. Una brutta campagna elettorale, segnata da insulti ed offese che mai prima d'ora s'erano sentiti. 
E, nonostante i tentativi di addossare la responsabilità di tale decadimento alle parti avverse, il principale responsabile di ciò è il candidato sindaco delle civiche, seguito a ruota, dall'ex deputato di Forza Italia (memorabile, in senso negativo, ovviamente, il suo primo ed ultimo comizio), per gli attacchi sguaiati proprio all'indirizzo del candidato civico.
Le insolenze più gravi da attribuire al candidato della civica e rivolte ai candidati degli altri due schieramenti, ma anche a semplici sostenitori od alle loro famiglie, vanno dal “venditore di banane di plastica”, a “cameriere”, da “sporcaccione” a “vigliacco”, dal “non capisci niente” a “sei un ingrato”.
Tutte perle tratte dal galateo del buon sindaco!
Tutte arguzie di uno pseudo-leader sulla via del tramonto.
Se il giudizio degli elettori dovesse formarsi sulla base di tali argomentazioni e, quindi, sulla totale assenza di rispetto per la dignità delle persone, il capitolo elezioni sarebbe già chiuso a suo discapito.
La volgarità del linguaggio e la meschinità dei comportamenti sta ad indicare la volontà di cavalcare la più becera delle forme di populismo, tanto da portare, e non a caso, quella stessa formazione ad una alleanza ufficiale con la lista che si richiama al leghista Salvini, ed una, non ufficiale, ma realizzatasi già al primo turno, con l'ex forzista.
Non sarebbe la prima volta, d'altra parte, che le figure politiche locali più rappresentative dell'ultimo trentennio, si ritrovano dalla stessa parte. E' successo ai tempi del primo D'Alema, si è ripetuto con l'appoggio diretto a candidati fidatissimi inseriti nelle liste del PDL nelle amministrative del 2012, si stava concretizzando, nel 1998, con la nomina a difensore civico del petroliere di Piazza Moro, sventata da consiglieri comunali di buon senso.
Così come non è la prima volta che, pur di mantenersi attaccato alla poltrona o, comunque, pur di esercitare il proprio potere, l'attuale aspirante civico organizza associazioni o coalizioni che si pongono in netta contrapposizione con il suo ex partito, dal quale è entrato ed è uscito, fino alla sua cacciata, come da una porta girevole, determinandone, quindi, la sconfitta elettorale.
Ora c'è bisogno di un fronte unico delle persone per bene che si faccia carico di una responsabilità che, ora ed in queste ore, viene caricata sulle loro spalle. Persone per bene, normalissime, che si affrancano dalla logica dell'appartenenza e si proiettano verso una logica della cittadinanza.
Non dirò mai che le persone per bene stanno da una sola parte e che dall'altra sono tutti brutti, sporchi e cattivi, come fanno i populisti locali e gli arruffa popolo. 
Dirò invece che vi sono persone per bene che non riescono a leggere bene la realtà. 
Dirò che, rimosse le lenti deformanti della demagogia e del populismo, probabilmente riuscirebbero a vedere che oggi si pone davanti a noi un bivio: da una parte la perdizione in un vortice fatto di piccole o grandi vendette, tutte finalizzate alla esasperata affermazione del proprio io. Dall'altra la speranza di poter imboccare un nuovo corso, quello che solo una classe politica nuova, fresca e rinnovata può fare.
Sbagliare ancora una volta sarebbe imperdonabile, ora che la candidatura di Stefano Minerva può garantire tutto questo. 
Non solo. Ma ora che una circostanza straordinaria irripetibile, ci offre la possibilità di avere un sindaco capace di dialogare costruttivamente con il Governo nazionale, con quello regionale e con quello europeo e, quindi, con tutte le opportunità che da questo dialogo possono venire per Gallipoli. 
Questa sola considerazione basterebbe per spostare decine, centinaia e migliaia di voti dalla vuota ed incomprensibile candidatura civica a quella di Minerva. 
Sono le persone di buon senso che riconoscono questa opportunità. I più illuminati osservatori, anche esterni, giudicano questa come la migliore opportunità che ci potesse capitare. 
Di contro, l'altra possibilità, come la peggiore iattura per la città.
L'obiettivo è alla nostra portata e sta per prendere corpo.
Quindi, non solo fronte unico contro il populismo e l'insolenza, ma per il bene esclusivo della città. 
Da oggi sino a domenica prossima, questo deve essere il nostro impegno.
Buona fortuna, Gallipoli!

P.S.:
Nell'ultimo post di questa campagna elettorale, intervengo per mozione d'ordine, come si direbbe in Consiglio Comunale, per fatto personale.
Premesso che non ho ascoltato uno solo degli squallidi comizi del candidato civico, tanto era ed è il disgusto per i toni da lui utilizzati e per la sostanza inesistente, ma che, purtroppo, alcune insolenze mi sono state riferite, ed accolte da me con un sorriso, vorrei consigliare al Sig. Fasano di farsene una ragione.
Lo chiamo per cognome, per la prima volta, e come lui ha fatto con me. 
Invitandolo, quando pronuncia il cognome della mia famiglia, a sciacquarsi per bene la bocca. Lo faccia non per me, non mi curo di questo, sono mille metri più alto dalla sua pochezza, ma lo faccia per rispetto a chi lo circonda. Per coloro che, giovani e meno giovani, hanno il diritto di conoscere un'altra faccia della politica, quella nobile e rispettosa. Proprio come è successo a me. Quella che più mi ha edificato, quella di grandi uomini e donne che provenivano sia dalla mia tradizione politica sia da quella che lui ha miseramente calpestato, con meschinità e bassezze.
Se per i suoi processi potrà esserci un secondo grado di giudizio, in questo caso, comunque vadano le cose, questa battaglia l'ha già persa. 
E non ci può essere appello che tenga.

15 GIUGNO 2016

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