lunedì 4 aprile 2016

QUANDO E' BENE USCIRE DI SCENA

Proprio mentre sui social e sulle piazze cittadine si apre la discussione sul rinnovamento della classe politica locale con la candidatura a sindaco di personaggi che hanno fatto il loro tempo e che calcano la scena politica da circa un trentennio, mi sono imbattuto, quasi per caso, in una dichiarazione di Pier Luigi Castagnetti, ex segretario nazionale del Partito Popolare Italiano, ed ora fuori dalla politica attiva.

“”“ L'interesse per la politica dovrebbe appartenere a tutti i cittadini. Sicuramente chi l'ha praticata non può dismetterlo, ed è giusto. Ma chi l'ha praticata, soprattutto se con qualche responsabilità rilevante, dovrebbe fare quotidianamente "esercizi di sopravvivenza al di fuori", della politica s'intende. Bisogna dimettersi mentalmente dal ruolo costruito nei decenni precedenti. Accettare di essere usciti di scena perché la scena è cambiata e nella nuova non è prevista una parte per te, anche se tu ritieni che l'avresti recitata meglio, molto meglio. Accettare (cioè rispettare, limitarsi a seguire) un copione che ritieni sia scritto male, addirittura a tratti non capirlo. Chissà, forse lo spettacolo alla fine risulterà più bello di come tu possa immaginare. Ciò che importa è resistere. A che? Alla tentazione di irrompere sul palcoscenico. “””

Trovo queste affermazioni di straordinaria lucidità e che danno una chiave di lettura ai nostri aneliti di ricambio generazionale in ambito politico, e non solo. 
Le questioni che si pongono davanti a noi, al di là dei bizantinismi tanto cari ai protagonisti di questa fase politica, sono queste:
E' opportuno che chi ha avuto in passato e per lungo tempo rilevanti responsabilità nella gestione della cosa pubblica possa ancora candidarsi a guidare la città?
E' giusto che, anziché immettere energie fresche, in grado di dare la svolta tanto agognata, si preferisca ritornare a giocare ruoli e dettare ricette che, per quanto siano stati importanti in passato, hanno fatto il loro tempo e sono datati nel secolo scorso?
Non sarebbe opportuno, come molti stanno già facendo, farsi da parte, cambiando di ruolo e mettendosi al servizio di una nuova classe politica che, con fatica ma con grande coraggio, sta emergendo, facendo dono delle conoscenze e delle esperienze maturate?

La risposta l'ho trovata ieri sera in piazza, ascoltando l'intervento di Stefano Minerva e dei giovani che erano con lui sul palco, nei quali rivedevo l'entusiasmo e la capacità di sognare che è stata mia in passato (e che, devo ammetterlo, non ho ancora smesso di avere). Quella capacità di mobilitare le coscienze e di risvegliare dal torpore una società che appare sclerotizzata, disaffezionata dalla Politica e rassegnata.
La risposta mi viene dalla consapevolezza che il treno delle opportunità passa una sola volta davanti alle singole persone, come anche davanti alle comunità intere. Bisogna saperci salire ed anche scendere al momento opportuno.
Proprio come dal palcoscenico evocato da Castagnetti, accettando di essere usciti di scena, non perché non si sia capaci di recitare, ma perché la scena è cambiata e nella nuova non c'è una parte adatta a noi. 

6 commenti:

  1. ......fa riflettere......sperando che lo faccia chi deve...

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  2. ......fa riflettere......sperando che lo faccia chi deve...

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  3. Non ho molta speranza in questo. Ma sai per far cambiare le cose occorre seminare tante buone parole ma anche tanti buoni esempi.

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  4. mi hai letto nel pensiero. Franco Bianco

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  5. Evidentemente, pur provenendo da esperienze diverse, usciamo dalla stessa scuola di politica e ... di vita.

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  6. Condivido totalmente. Alcune volte però ci illudiamo per le tante adulazioni che ci arrivano da persone ignoranti e spesso interessate a soddisfare i loro piccoli e meschini intrighi.

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