giovedì 30 aprile 2015

COSTRUIRE MOMENTI E LUOGHI DI CONFRONTO VERO


Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi. E' la frase di Leo Longanesi che avevo assunto come sottotitolo, qualche tempo fa, al mio blog. Ne ho trovato una rinnovata attualità. Sia per il momento storico che attraversiamo a livello planetario e nazionale, ma anche, a livello locale. E' a livello locale, dopo gli anni dell'impegno politico diretto ormai accantonato, che oggi avverto la necessità di dire la mia opinione su tante piccole e grandi cose che non vanno, che molti criticano per strada o sui social, magari coprendosi con l'anonimato.

Non è, appunto, la libertà che manca, anzi mai come in quest'epoca chi ha voglia di dire la sua può farlo con grande libertà, e gli strumenti ci sono tutti. Chi ne ha voglia, appunto. E chi si sente libero, e lo è veramente, da condizionamenti di ogni genere.

Noto sempre più di frequente, però, che spesso si prende posizione su alcune vicende senza il dovuto discernimento. I fatti si giudicano con estrema superficialità, dando forza ed al tempo stesso facendosi trascinare da spinte demagogiche che oggi è facile cavalcare mentre il nodo vero di tutte le questioni non viene intaccato.

E' facile, cioè, sparare nel mucchio, gridare allo scandalo, sollevare polveroni, insinuare sospetti, ma poi non evidenziare una proposta che possa essere condivisa e si possa confrontare con le tesi degli altri.

Se dico questo lo faccio non perchè ritengo che chi, oggi, ha la responsabilità di guidare le sorti della nostra comunità abbia le carte in regola. Anzi, tutt'altro! Lo dico perchè una siffatta contrapposizione altro non fa che nuocere alla stessa causa che si vuole affermare. Quindi, abbassare i toni, dare sostanza alle contestazioni, ed operare in senso costruttivo, non è un favore fatto a chi amministra, è un favore fatto a noi stessi ed alla causa che intendiamo portare avanti.

Ma se questo è il deficit di chi opera fuori dalle Istituzioni, in quella che viene definita la società civile, i punti nevralgici di chi guida le Istituzioni, a cominciare da quella che dovrebbe essere la più vicina ai cittadini, sono molti di più. Ne cito alcuni: la mancanza di trasparenza nell'iter di alcuni provvedimenti strategici, la non “terzietà” rispetto ad esigenze che andrebbero trattate con imparzialità, il conflitto di interessi, sia esso formale, mascherato, a volte spudoratamente manifestato, che condiziona scelte amministrative e, per ultimo, ma non per importanza, la assoluta mancanza di partecipazione. Il più grande dei difetti: l'autoreferenzialità. Credere di poter disporre di tutto chiudendosi nel proprio recinto, salvaguardando gli equilibri interni, senza un confronto vero con i cittadini che restano i titolari dei diritti.

La breve e fallimentare esperienza della Consulta Civica, unico organismo di partecipazione presente nell'ordinamento del Comune di Gallipoli, al quale avevo dato, in passato, una forte valenza politica, sta lì a dimostrare l'incapacità di intrattenere forme stabili e istituzionalizzate di confronto e di ascolto.

Ne viene fuori la sensazione, forse anche esagerata, confermata però da alcune scelte o anche da alcune “non scelte”, che il confronto e l'ascolto siano una prerogativa riservata ad alcuni ben definiti gruppi lobbistici, che riescono ad ottenere l'inottenibile, pressoché indisturbati, mentre il cittadino comune che reclama diritti sacrosanti, non solo non riesce ad ottenerli ma deve assistere alla sistematica violazione di norme e regole scritte per tutelarlo.

Davanti a questa situazione ritengo che sarebbe utile, per il corretto svolgersi della vita amministrativa e sociale della nostra comunità cittadina, individuare modi e luoghi di confronto e di ascolto veri. E questo è un compito che spetta agli amministratori.

Alla società civile, soggetto non facilmente individuabile, anche perchè spesso frammentata e divisa in tanti piccoli segmenti, in assenza di organismi di collegamento e di rappresentanza quali potevano essere i partiti e/o i sindacati, il compito di elaborare proposte e fare sintesi, proponendosi alla attenzione degli amministratori, anzi, esigendo l'attenzione di costoro.

Se questo avverrà, avremo dato un segnale importante e forse avremo messo un freno al delirio di onnipotenza di certa politica. Se questo non avverrà, rassegniamoci ad un quadro politico e sociale sempre più degradato.

Sasso lanciato …. vediamo!


P.S.: Vorrei tranquillizzare eventuali “retroscenisti” sulla mia volontà di restare fuori da ogni vicenda politica. Nessuna preoccupazione, quindi. Ho solo, dopo lunghissimo tempo di silenzio e di riflessione, ripreso voglia di dire la mia e di dare il mio contributo, nella speranza che qualcosa si possa muovere.




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