Siamo
a pochi giorni dalla nomina degli Assessori che affiancheranno il
Sindaco Minerva alla guida della città. Nomine che hanno fatto
discutere e che non hanno accontentato tutti. Se si vuole essere
precisi, possiamo dire che hanno destato più perplessità che
consensi. Perplessità dovute, soprattutto, all’indicazione di
qualche assessore con un passato poco apprezzato e, soprattutto,
dell’asssessora proveniente da una lista che, al primo turno,
correva a sostegno del candidato del centro destra.
Mi
annovero tra i perplessi.
Detto
questo, noto che nessuno tra i neo Assessori ha procedimenti penali
in corso, ha subito condanne penali o si è macchiato di crimini
contro la pubblica amministrazione. Sino a prova contraria.
Noto,
invece, che dall’altra parte, la coalizione era guidata da persona
condannata in via definitiva e per reati commessi nell’esercizio di
funzioni pubbliche, condannata, in primo grado, per gravi reati
contro la pubblica amministrazione e, soggetto a misura sospensiva
dalla carica, per effetto della cosiddetta legge Severino.
Quindi
in uno stato di diritto e nel pieno rispetto del codice etico per la
buona politica, che il Sindaco Minerva si è impegnato a
sottoscrivere e a far sottoscrivere dai suoi Assessori, non c’è
nulla da obiettare, se non una questione di opportunità politica,
della quale lo stesso Sindaco se ne assume tutte le responsabilità.
La
cosa che fa specie sono le reazioni stizzite e poco credibili di
alcuni sostenitori del candidato sindaco del fronte civico-populista,
risultato sconfitto nella competizione elettorale.
Infatti,
se risulta verosimile che Minerva, nel turno di ballottaggio, abbia
dovuto fare un accordo con parte del centrodestra, al quale ha dovuto
riconoscere una presenza nella Giunta, è altrettanto verosimile che,
dall’altra parte, un accordo di pari portata è stato attuato e
praticato sin dal primo turno e, quindi, anche in modo sleale nei
confronti degli elettori, con una parte altrettanto importante dello
stesso centrodestra. Ma qui nessuno, da quella parte, ha avuto nulla
da obiettare.
Per
uscire fuori dalla metafora, se si pensa che Minerva abbia fatto
accordi con Guglielmetti nel turno di ballottaggio, è altrettanto
verosimile ed evidente che Fasano abbia fatto accordi con Barba già
dal primo turno e, poi, confermati nel secondo turno. La differenza
sta semplicemente nel fatto che Minerva ha vinto le elezioni ed ha
concretizzato questo accordo, Fasano le ha perse e l’accordo non lo
ha potuto concretizzare.
Quindi
chi, dal versante populista, si straccia le vesti, gridando allo
scandalo, mente ed è un ipocrita.
Ci
si trova, ancora una volta, davanti a chi pratica la doppia morale.
Tutto bene e tutto consentito se accordi, sopra e sotto banco,
procurano vantaggio alla propria parte, tutto male e non consentito,
se ciò procura vantaggio alla parte avversa.
Da
uomo libero, e con una sola morale, ribadisco le mie perplessità
sulla opportunità politica di portare in Giunta personale politico
schierato con altre coalizioni, pur non gravato da pendenze
giudiziarie, e aspetto di misurarmi e confrontarmi sui reali problemi
della città.
Ai
Quaquaraquà lascio la prerogativa di rappresentare i soloni ed i
saccenti, che tutto sanno e conoscono, che si stracciano le vesti
davanti alla pagliuzza nell’occhio degli altri e che non vedono la
trave nel proprio occhio.
